Recensione Ticwatch E2: all’inizio pensi al rimborso, poi lo rivaluti…

Era da prima dell’Amazfit Bip che cercavo uno smartwatch di quelli seri, grandi, con lo schermo touch e con tante applicazioni… un telefono da polso, in pratica. Ecco che grazie agli sconti del Prime Day (15 luglio 2019) sono riuscito a portare a casa un Ticwatch E2 con Wear OS a 112€. Cosa ne penso? Beh, continuate a leggere…


We we, bell’ sto Ticwatch E2…

La mia scelta iniziale doveva ricadere sulla prima versione dello smartwatch di Mobvoi. Solo che per pochi euro di differenza ho pensato fosse meglio dirigersi verso il modello più recente. Niente scatola di latta, ma me ne sono fatto una ragione. All’interno: guida, garanzia, basetta di ricarica e ovviamente lo smartwatch subito in bella vista con le sue pellicoline che ho tolto in nemmeno mezzo millisecondo. Al polso è leggero, senzasione personale visto e considerato che sono abituato sia al mio vecchio Festina in acciaio e al citato Amazfit Bip. La plastica della cassa è all’apparenza un po’ cheap, ma comunque trasmette solidità, idem per il cinturino in silicone che è spesso e resistente. Il pulsante laterale lascia un bel feedback. Display è un AMOLED da 1,4″, 400 x 400 e non ha la corona girevole, mentre la parte inferiore presenta i contatti per la ricarica e il sensore di battito cardiaco. E’ certificato IP68 e resiste in acqua fino a 5ATM, cosa non da poco.


Ticwatch E2 e Wear OS: il primo impatto un po’ “meh”, poi…

Partiamo dalla base che lo fa funzionare, uno Snapdragon Wear 2100 con 512MB di RAM e 4GB di memoria interna. Il sistema operativo è Wear OS di Google. Sarò onesto: al primo avvio è stato abbastanza frustrante, ogni tanto si bloccava, rispondeva male ai comandi… un disastro al polso. Il primo aggiornamento ad Android Pie ha migliorato di poco la situazione, ma alcuni menù rendevano inutile un AMOLED se non per sprecare batteria. Al secondo update (Wear OS 2.7 su Android Pie, con patch di giugno 2019) le cose si sono sistemate e ora gira quasi tutto perfettamente. Rimane comunque un sistema operativo che, per uno smartwatch, forse richiede troppi tocchi per attivare delle semplici funzioni. Per accendere il WiFi o il GPS, ad esempio, bisogna per forza di cose cercare la voce nel menu delle impostazioni, stessa cosa per avviare un’attività (ma qui ci arriviamo tra poco). Forse quel tasto laterale poteva essere sfruttato meglio…


Ticwatch E2 e le sue troppe funzioni

Ticwatch E2 ha Android, e cosa vuol dire questo? Play Store, quindi “download ossessivo e compulsivo di app inutili e personalizzazioni“Ok, scherzi a parte, sul comparto applicazioni non c’è niente da dire. Lo store apre a un mondo di funzionalità aggiuntive che rendono il nostro smatwatch quasi un tuttofare per ogni occasione (prossimamente le mie app consigliate per Wear OS). Ma come ogni smartwatch che si rispetti, non mancano le app dedicate al fitness e alla salute. Qui però sorgono un po’ di dubbi e confusioni. E’ di Google e quindi abbiamo Google Fit e Wear OS su cellulare per la sincronizzazione, ma è anche di Mobvoi quindi abbiamo TicSalute, Tic Esercizio, Tic Battito e su smartphone la sua companion app. Ho vagamente testato entrambi i sistemi e sono così confuso che non so cosa consigliare. Google propone un’app con una quantità INFINITA di attività monitorabili, così tante che per il tempo che si cerca quella che serve si ha già finito. dall’altro lato Mobvoi ne ha fatta una semplice con poche attività ma che sono quelle più per la maggiore. Ma perchè “nuotare in piscina” è un’app a parte?


Però in fondo il Ticwatch E2 non è male…

In definitiva, dopo un paio di settimane di utilizzo, mi sento di promuovere il Ticwatch E2 per diversi motivi. Il primo tra tutti è la batteria: con il mio uso standard (notifiche, sempre collegato via Bluetooth, con geolocalizzazione attiva) riesco a coprire un giorno e mezzo e anche due. Inoltre considerando che si carica in fretta, non si rivela un grosso problema. Inoltre è certificato IP68, così potete stare tranquilli che se si bagna non si rovina. Poi se siete amanti della personalizzazione, potrete scegliere la watchface che più vi piace tra quelle di default (gradevoli, ma nulla di eccezionale) e quelle nel Play Store. Unica cosa che potrebbe tenere lontani certi utenti è il sistema operativo inizialmente un po’ macchinoso che richiede più passaggi per raggiungere le funzioni più semplici. Consigliato? Beh, direi di sì, ma non a 160€.

NB: se volete che la basetta di ricarica duri più di 24 ore, non collegatela a una presa Quick Charge o comunque con più di 1A in output, altrimenti la friggete.


COSA VA……E COSA NON VA
– Bello il display…
– Batteria sopra la media degli smatwatch odierni
– Wear OS quando si capisce è un bel sistema operativo…
– ..Ma il sensore di luminosità l’hanno dimenticato in fabbrica
– L’NFC lo avrebbe reso più interessante di quanto già lo sia
– …ma “out of the box” fa rischiare il reso

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