Lockdown da Coronavirus: ignoranza da medioevo e fake news sul famoso 5G. E’ giunto quindi il momento di far chiarezza: cos’è il 5G? Fa male? Fa bene?
Cos’è il 5G?
Citando diverse fonti autorevoli, il 5G è la diretta evoluzione dell’attuale rete 4.5G, utilizzata da smartphone e dispositivi IoT (Internet of Things) per comunicare tra di loro. Specie in un mondo dove tutto diventa più smart e al servizio di tutti, grazie anche al’utilizzo di app dedicate e assistenti vocali (Alexa, Siri, Google Assistant i principali). Questa evoluzione porta necessariamente a sfruttare nuovi tipi di antenne, nuove frequenze per tecniche di trasmissione dei dati migliori e più efficienti (clicca qui per saperne di più)
Attualmente il 5G è ancora in fase di sperimentazione ed è stata assicurata la copertura in poche città italiane, da parte di TIM e Vodafone. Le due aziende prevedono di raggiungere tutta Italia entro la fine del 2020. Onestamente, per come è messo lo stato psicologico del Bel Paese, la vedo dura.
Vantaggi e svantaggi del 5G
Come ogni nuova e importante tecnologia, anche il 5G porta con sè una serie di pro e contro che, guarda caso, non riguardano la salute delle persone.
I pro…
Per prima cosa, come accennato, con il 5G aumenteranno di molto le velocità di trasmissioni dei dati (fino a 10 Gbps teorici), arrivando al punto di soppiantare le attuali connessioni in fibra ottica. Ne gioveranno i servizi in cloud: non solo storage online, ma anche streaming di videogiochi, musica e film ad altissima definizione. Inoltre diminuiranno i tempi di latenza e i tanto odiati buffering e lag diventeranno un brutto ricordo. Sarà anche possibile controllare sistemi elettronici comodamente da casa, gestire video conferenze ovunque e, stando agli sviluppi di Qualcomm, arrivare a utilizzare la Realtà Aumentata per facilitarci la vita di tutti i giorni (stessa fonte di prima).
…e i contro.
I contro non sono dei veri e propri “svantaggi”. Ciò che dà più all’occhio sarà sicuramente il costo iniziale dei dispositivi che avranno al loro interno il chip 5G. Se consideriamo gli ultimi smarphone sul commercio nella variante che supporta le nuove reti – Samsung Galaxy S20 Ultra per fare un esempio -, notiamo che il prezzo non è proprio alla portata di tutti. Inoltre dobbiamo considerare che sono dispositivi che non potranno essere sfruttati al 100% per via della scarsa diffusione di questa rete, almeno nel territorio italiano. Sul lato macroeconomico è ovvio che ci saranno anche delle grosse spese da sostenere, ad esempio per l’installazione di nuove antenne e il miglioramento di quelle già esistenti.
Altro dettaglio è che le frequenze del 5G sono le stesse del digitale terrestre. Le emittenti stanno riadattando i propri programmi per lasciare spazio alla nuova rete. Ciò purtroppo comporterebbe l’acquisto di un nuovo decoder per diversi utenti se questo non ha uno standard compatibile (fonte)
E’ la paura dell’innovazione che vi rende ignoranti
E’ giunto il momento di tirarsi su le maniche e dirvi tutto quello che penso sulla quantità spropositata di cafonate che leggo tutti i santi giorni sui social. Ed è tutta gente che abbocca a notizie false e constatazioni “scientifiche” che di “scientifico” hanno solo la memoria dell’acqua (informatevi). Andiamo con ordine.
Il 5G fa male alla salute?
Una delle, o meglio dire LA paura più grande che esternano i cari amici complottisti e cospirazionisti riguarda la propria salute. Ma questo 5G fa male? Sì, il Nuovo Ordine Mondiale vuole bruciarci tutti per far diminuire la popolazione, non lo avete capito?
Tornando seri, bisogna rendersi conto che tutti i giorni siamo costantemente immersi nelle onde elettromagnetiche. Il cellulare le emette e le riceve appena ci arriva una telefonata, così come il modem wifi nella nostra stanza per andare su internet. Allo stesso modo usiamo il forno a microonde per cuocere i cibi velocemente, l’antenna sul tetto per vedere la TV con il digitale terrestre. Con il bluetooth per teniami connessi il cellulare con gli auricolari. Se tutte queste onde facessero davvero male, a quest’ora io non sarei qua a parlarvene e voi non strareste 24/7 su Facebook, sin da quando è nato il GSM. Microonde a parte, ma in quel caso dovreste tenere lo sportello aperto e una mano nel forno.
Lo stesso Istituto Superiore della Sanità ha dimostrato e dichiarato che non c’è alcun rischio di incorrere in patologie tumorali per colpa del 5G. Questo perché l’intensità delle frequenze utilizzate è di molto inferiore a quella delle reti 2G. (ISS – Radiazioni a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche – PDF)
Coronavirus e 5G non sono correlati
Una notizia diventa virale e credibile quando è una personalità importante e seguita da milioni di persone a diffonderla. E questo capita quando si lavora di coincidenze, proprio come ha fatto Gunter Pauli su Twitter:
“La scienza ha bisogno di dimostrare e spiegare causa ed effetto. Però la scienza osserva per prime le correlazioni: fenomeni che sono apparentemente collegati. Applichiamo ora la logica scientifica. Quale è stata la prima città al mondo convertita in 5G? Wuhan! Quale è stata la prima regione europea ad avere il 5G? Il Nord Italia”
Ora spiegatemi come sia possibile che un’onda elettromagnetica emessa da un’antenna possa generare un organismo biologico come un virus, per di più capace di “creare” sintomi influenzali aggravati da polmonite. Questo vuol dire che allora siamo tutti dei robot e che il Millenium Bug è ancora tra noi. Anche in questo caso la scienza propriamente detta ha dimostrato l’origine naturale del virus (articolo su Nature qui).
Al rogo la causa di ogni male, proprio come nel Medioevo
E rimanendo sul tema “COVID-19 e 5G”, notizia degli ultimi giorni è la distruzione di diverse antenne in Inghilterra, considerate la causa della diffusione del virus. E’ noto che le epidemie alla lunga fanno impazzire chiunque, innescando le proverbiali “cacce alle streghe” o agli untori dei Promessi Sposi. Proprio come nel Medioevo si è arrivati a condannare al rogo il tizio qualunque perché visto come la causa di tutto e la cui eliminazione avrebbe risolto il problema alla radice. In realtà non si è fatto altro che danneggiare una via di telecomunicazione e arrecare danni non solo alla struttura, ma anche all’economia. (fonte)
Teorie del controllo sociale e altre storie
A completare il quadro complottistico, si aggiungono anche teorie e timori per quel che riguarda il controllo della vita delle persone, dei loro movimenti, del privato. Telecamere ovunque, in ogni angolo, nascoste e pronte a spiarci. Ambienti modificati per stare al passo, tutto digitalizzato e smart cities. Paure che nascono da termini altisonanti che in inglese terrorizzano di più (sì, vi sto prendendo in giro).
L’autonomia l’abbiamo già persa nel momento in cui prendiamo in mano il cellulare e non ci si rende conto che lo stesso internet era nato per scopi militari.
Il 5G serve davvero nel 2020?
Da appassionato di tecnologia, verrebbe da dire che qualsiasi invenzione che porta innovazione nasce perché effettivamente serve a qualcosa. Così come lo stesso 5G è utile per tutta la serie di applicazioni che ho citato all’inizio.
La domanda però, in questo caso, prevede una risposta differente. Nel 2020 il 5G è ancora una tecnologia troppo acerba per essere considerata utile. Soprattutto se ci rendiamo conto di diversi aspetti. Il primo è evidente: il digital divide. Ci sono città, paesi e frazioni che a malapena ricevono una tacca di 4G e che la fibra ottica la vedranno quando ormai sarà solo un ricordo. Non tutti sanno usare un computer o un cellulare se non per condividere i buongiornissimo su Whatsapp. Il secondo è che ancora i dispositivi che possono usufruire della nuova rete sono pochi e inutilmente costosi. E per di più le applicazioni del 5G sono esigue e destinate a settori più avanzati (automobili con guida automatica, per fare un esempio). Il terzo motivo, il più grave, sta nella psicologia delle persone che si lasciano trascinare da notizie false che cavalcano l’onda della paura. Tali individui frenano la crescita e vogliono che tutto rimanga così com’è.
Proprio come nel medioevo.
Laureato in Scienze della Comunicazione, appassionato di musica elettronica e tecnologia.