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MacOS Mojave nel 2020: ha senso?

mojave 2020

mojave 2020

Ha senso usare MacOS Mojave nel 2020 con Catalina in circolazione e Big Sur in dirittura d’arrivo? Considerando che è un OS del 2018 e che ora funziona meglio di quando è uscito, sì. E vi spiego perché.


Forse nel 2019 era troppo presto

MacOS Mojave è uscito a metà 2018 e nello stesso periodo la Apple aveva sfornato altri MacBook Pro per lanciare al meglio quel sistema operativo. Ai tempi sul mio MacBook Pro del 2017 mi trovavo benissimo con High Sierra, fino a quando, l’anno dopo, non decisi di fare il grande passo e installare la 10.14. Mi è durato esattamente un paio di settimane per via di una serie di incopatibilità con il mio hardware da DJ e dei bug software alquanto stressanti. Catalina è già uscito da quasi un anno ormai, e ho deciso di dare una seconda chance a MacOs Mojave nel 2020. Ma andiamo con ordine…


MacOS 10.14.0 Mojave: sinfonia dello stress

MacOS Mojave è da considerare uno di quegli update che mirano a portare aria di cambiamento all’interno di un sistema operativo collaudato. Si è trattato, in questo caso, di novità non solo sotto la scocca, ma anche (e soprattutto) all’esterno. Parlo del tanto amato tema scuro, sfondo dinamico, nuove visualizzazioni del finder, due nuove applicazioni (Casa, Borsa e Regristratore Vocale) e tanto altro. Almeno nelle prime release, è arrivato a braccetto con dei problemi software non da poco. Bastava aprire un programma a caso per veder spuntare avvisi di sicurezza e autorizzazioni fuori luogo da dare. Perché un software di audio editing dovrebbe accedere al calendario?! Inoltre, altre periferiche per un motivo o per un altro smettevano di funzionare. Siccome si tratta di hardware e software che uso quasi tutti i giorni, mi sono visto costretto a tornare indietro. Diciamo che tutto ciò non è stato un bel biglietto da visita.


Mojave un anno dopo regala belle sorprese

Aprile 2020: prendo quella decisione azzardata di abbandonare High Sierra per buttarmi su Mojave. I motivi di questo cambiamento erano da un lato la mera curiosità nel controllare se tutti i bug erano stati risolti (dopo due anni c’è da aspettarselo), dall’altro la fine del supporto della versione 10.13 da parte di Apple nell’ottobre di quest’anno. Da qui mi sono reso conto che l’azienda di Cupertino fa di tutto per tenerti attaccato alla novità, costi quel che costi. L’installer di MacOs Mojave era infatti diventato letteralmente introvabile nell’App Store. Letteralmente eliminato dai server sia europei che americani.

Quando le speranze sembravano perdute, mi è venuto in mente un piccolo programma usato per scaricare le versioni ufficiali (per poi fare gli hackintosh, ma questa è un’altra storia). A quel punto ho proseguito con un Time Machine preventivo prima e con l’aggiornamento 5 ore dopo. L’installazione è stata semplice e indolore e mi ha buttato subito nel setup iniziale, tipico di quando si avvia un Mac per la prima volta. Tema scuro attivato immediatamente e sono pronto a esplorare tutto per bene.

Per prima cosa ho provveduto a collegare il mio hardware e, sorprendentemente ha funzionato tutto alla perfezione. Test dei software: superato. A differenza della prima volta, tutto sembra filare liscio come l’olio, nessun bug, nessuna incompatibilità. La suite di Microsoft Office non si inchioda, tutto è coerente con la Dark Mode e andarsi a leggere le quotazioni in borsa senza sapere nulla di economia è uno sfizio.


Conviene e ha senso usare MacOS 10.14.6 nel 2020?

fastidio.

E’ giunto il momento di rispondere alla domanda iniziale: ha senso utilizzare MacOs 10.14.6 Mojave nel 2020? La risposta è certamente “sì” e vi spiego perché (e perché conviene farlo ora). I sistemi operativi della Mela Morsicata sono in un certo senso da considerare come la MIUI dei Mac: nelle prime fasi sono pieni di fastidi e di odio, poi come il vino migliorano fino a raggiungere una certa stabilità. E’ quel periodo di un anno e mezzo o due che permette di maturare e risolvere tutti i buchi di sicurezza e di compatibilità. Fare il passaggio è conveniente anche per stare al passo con gli aggiornamenti dei software. Per fare un esempio, le ultime versioni di Final Cut Pro X o di Logic Pro X non sono più compatibili con High Sierra (o Sierra).

La proverbiale ciliegina sulla torta è quel forte senso di insicurezza e disagio che nasconde Catalina. Con MacOS 10.15 sparisce il supporto al 32bit, molti plug-in e software smettono di funzionare e le stesse case di sviluppo sconsigliano caldamente il cambio di versione (Leggi: Se sei un Dj o un producer NON aggiornare il tuo Mac a Catalina: ecco perchè). iTunes viene stravolto e potrebbe essere un problema per molti. Il sistema di sicurezza integrato nell’OS diventa più aggressivo e potrebbe creare non pochi grattacapi. Inoltre alcune delle nuove feature, come l’uso di un iPad Pro come secondo schermo, non risultano fondamentali… specie se uno non ha e non può permettersi un iPad Pro.

mi sa che quel tasto non lo cliccherò mai 🙂

Quindi che dire… Inaspettatamente da quel giorno di aprile mi sto godendo il nuovo MacOs. Intanto ho ancora la notifica sull’icona delle impostazioni per aggiornare a Catalina. Lo farò, sì, nel duemilacredici.