
Nel periodo del Black Friday, in mezzo a delle offerte un po’ “finte” per così dire, ogni tanto spuntano fuori delle occasioni a cui è difficile farne a meno. C’era un acquisto in particolare che volevo fare da tempo: uno smartwatch. Il sogno del Pebble 2 HR, dalla sua presentazione fno a quando l’azienda ha dovuto chiudere i battenti, è rimasto sempre nel mio cuore. Ma da malato di tecnologia, come potevo rinunciare a un gadget come quello? Ecco che, dopo averne letto ovunque come “il miglior smartwatch che puoi acquistare” o il classico “best buy di sempre”, la mia attenzione cade su Amazfit Bip. Il prezzo è decisamente inferiore a quello di un Pebble, ma dopo tanti mesi al polso, avrà soddisfatto la mia voglia di smartwatch?
(SPOILER: sì)
Ciao, sono il tuo Amazfit Bip!

Farlo arrivare a casa è stata un’impresa, tra ricerche su Google per i vari store quasi interminabili fino ad attese per beccare il prezzo migliore, soprattutto in versione europea (la mia). L’esperienza unboxing è quanto di più semplice mai visto: Amazfit Bip subito in primo piano e la basetta di ricarica USB (proprietaria). Ah, giusto, la manualistica.
In mano si presenta estremamente leggero, al polso è praticamente impercepibile. Ve lo dimenticherete molto in fretta. Materiali piuttosto buoni, dal cinturino in silicone (intercambiabile) alla cassa in plastica dura, fino al vetro Gorilla Glass a protezione del display touch. Quest’ultimo è davvero piccolo, 1,28″. Vi sono un sensore di battito cardiaco nella parte posteriore e un tastino sul lato destro per attivare alcune funzioni e per tornare indietro. All’interno trovano spazio una batteria da 190mAh, GPS e GLONASS, processore dual core e 512MB di RAM.
Software e funzionalità
A differenza dei tanti smartwatch che troviamo in commercio (dai FitBit fino a quelli più avanzati di Android e Apple), qui il software è ridotto al minimo indispensabile. La navigazione è piuttosto semplice. Bastano infatti semplici swipe e tocchi per riuscire ad attivare certe funzioni, vedere informazioni, ecc. Con uno swipe da sinistra si accede alle informaizoni sul meteo, con uno da destra si entra nel menu principale. Scorrendo dall’alto possiamo attivare il “non disturbare” e dal basso le ultime notifiche.
Il menu ci apre la porta a tutto ciò che questo piccolo smartwatch è capace di fare: possiamo il notro status con varie informazioni (battito, passi, calorie bruciate), visualizzare il meteo, avviare un’attività, impostare la svelgia, usare il cronometro e la bussola/altimetro.
Quanto alle notifiche, queste vengono visualizzate tutte assieme e il rimuoverle dallo smartwatch però non implica fare la stessa cosa da smartphone.
Per quel che riguarda il gps, l’aggancio satellitare impiega dai 30 secondi al minuto buono, ma si rivela comunque molto stabile e abbastanza preciso. C’è la possibilità di vedere il percorso fatto nel menu delle attività e nell’app dedicata
Amazfit Bip e Mi Fit: l’accoppiata perfetta

Mi Fit è l’app fondamentale da tenere installata sul proprio smartphone. Senza di essa l’Amazfit Bip è praticamente inutile. Qui vengono registrate tutte le attività svolte con il Bip e soprattutto se ne possono controllare tutte le funzioni. Si possono impostare i vari obiettivi, gestire gli avvisi, impostare quali notifiche segnalare, le sveglie (che non coincidono con quelle settate sul telefono), ecc… Il tutto è corredato anche da una personalizzazione della schermata principale, quella che guarderemo per almeno il 90% del tempo.
Tramite Mi Fit possiamo anche tenere sotto controllo tutte le varie statistiche sul percorso fatto durante le nostre attivitò, monitorare il battito cardiaco e il sono. Il tutto con un’interfaccia grafica ben leggibile e accattivante nella sua semplicità.
Amazfit Bip: meno male che qualcuno ci pensa!

Lo scoglio iniziale per alcuni, appena acceso l’Amazfit Bip, è il software totalmente in inglese. Alcuni sviluppatori italiani (che ringrazio per avermi bannato senza motivo dal loro gruppo telegram) si sono messi di impegno e hanno confezionato un kit per trasformare il Bip in uno smartwatch dall’aria tricolore. Oltre a ciò sono stati capaci anche di aggiungere diverse funzioni aggiuntive, tra cui il nome di chi ci sta chiamando, un’ottimizzazione delle notifiche e la possibilità di esportare i percorsi gps. Il tutto grazie a Mi Fit Mod (che tengo tutt’ora installata), la loro versione modificata dell’app citata nel precedente paragrafo.
Prima abbiamo citato la personalizzazione della watchface. Purtroppo quelle disponibili sono davvero poche (e anche brutte, imho). Anche in questo caso l’Italia fa da padrona, dando la possiblità a tutti di creare delle proprie watchfaces con un piccolo software abbastanza semplice da usare. Se non avete voglia oppure vi manca la fantasia, sempre italiana è l’applicazione per poterle scaricare e installare direttamente sul vostro Amazfit Bip (nell’ultima versione è diventato tutto molto più semplice e intuitivo).
Lunga vita ad Amazfit Bip!

L’Amazfit Bip è uno smarwatch economico che non lascia spazio a difetti (che chiamarli tali è un’esagerazione). La batteria è praticamente infinita, tanto che sono riuscito a raggiungere abbondamentemente i 20-25 giorni di utilizzo prima di metterlo sotto carica. Lo schermo si vede benissimo sotto la luce del sole (merito della tecnologia transreflective), ma la retroilluminazione uccide i colori. Il GPS è molto preciso ma ci mette un po’ tanto ad agganciare il segnale (in una vecchia versione del firmware impazziva pensando che avessi imparato il teletrasporto). Quindi, considerando l’essenzialità di questo smartwatch, considerando la larga community che vi è alle spalle e la possibilità di personalizzazione (sia grafica che estetica) praticamente infinita, mi sento assolutamente in dovere di consigliarvi questo fantastico Amazfit Bip!
NOTA: tra qualche tempo dovrebbe uscre la seconda versione, con una batteria più capiente – come se non fosse abbastanza -, una migliore resitenza all’acqua e altre funzioni aggiuntive. Aspettatevi una recesione non appena riuscirò a metterci le mani sopra.

Laureato in Scienze della Comunicazione, appassionato di musica elettronica e tecnologia.