L’Amazfit GTR da 47mm è a metà tra uno smartwatch e uno sportwatch, semplice, senza troppi fronzoli ed elegante. E’ uscito ormai da qualche mese, ha già ricevuto diversi aggiornamenti del firmware e si trova al mio polso da poco più di una settimana. Funziona bene? Funziona male? Lo consiglio? Andate avanti con la lettura.
Confezione stile Bip, ma più grande
Prima di passare all’Amazfit GTR ero un possessore di un Ticwatch E2 con Wear OS. E’ stata la disperazione causata da questo sistema operativo e della cattiva ottimizzazione a portarmi verso un dispositivo più semplice e sopratuttto più duraturo nel tempo. Ma passiamo all’unboxing…
Un ottimo biglietto da visita
La scatola nera, con il disegno dello smartwatch cangiante e di notevole effetto, racchiude una confezione in cartone rigido bianca identica a quella del mio amatissimo Amazfit Bip (recensione qui). Una volta tolto il coperchio ecco spuntare un GTR con tutta l’eleganza del cinturino in pelle e silicone e della cassa in alluminio. Messo da parte, si trovano subito sotto un piccolo manuale – incastratissimo nello scompartimento – con un codice QR per il download dell’app e il cavo di ricarica con pin magnetici. A differenza di quanto si possa vedere in altre recensioni, la basetta in confezione non è rotonda ma “rettangolare”.
Solidità e qualità dei materiali
Indossando l’Amazfit GTR da 47mm, la sensazione generale è quella di un prodotto veramente solido, complici la cassa in metallo e il vetro Corning Gorilla Glass 3, indistruttibile, a proteggere un display AMOLED da 326ppi. Al polso lo percepisco meno leggero dell’Amazfit Bip e soprattutto meno ingombrante rispetto al Ticwatch E2. Il cinturino è di qualità, anche se dubito che la parte esterna sia in vera pelle. Però, dato che i miei gusti sono quelli che sono, l’ho subito sostituito con uno totalmente in silicone e più in linea con l’estetica del GTR.
La cassa presenta sul lato destro un pulsante on/off/indietro e uno personalizzabile con un comando a scelta; sul retro il sensore di battito cardiaco e i pin per la ricarica da basetta.
Software? Buono, ma c’è da lavorarci
Less is more, vero Wear OS?
Il vantaggio di questo tipo di prodotti è il non avere Wear OS a bordo. Ciò vuol dire software ottimizzato, funzionante, reattivo e soprattutto essenzialità delle funzioni. Come scritto nella recensione del Ticwatch E2, c’erano una montagna di attività monitorabili, anche troppe e irriverenti come il giardinaggio, assieme alle app di Mobvoi che permettevano di fare le stesse cose ma con una grafica diversa. Wear OS non lascia spazio all’immediatezza, spesso si impunta, ha troppe cose inutili che funzionano male. Il sistema operativo di Amazfit è l’esatto opposto, motivo per cui ho amato alla follia il Bip e sto apprezzando il GTR.
I piccoli difetti
Il sistema operativo proprietario di Amazfit GTR da 47mm ha dei dettagli che purtroppo che non riesco a digerire. E’ un po’ come la briciola di pane che rimane in gola anche se hai bevuto dell’acqua per farla scendere. In generale non si brilla per fluidità, con animazioni che girano a un framerate piuttosto basso. In compenso regna la reattività ai comandi per cui ogni singolo input viene registrato con precisione. Altra “briciola di pane” è la traduzione in italiano pessima in alcuni punti e al limite dell’esilarante. Always-On Display tradotto con “Sempre sul display”, “Passoi” per i passi, “Più” per indicare “altro”, “vigilanza” per le certificazioni e abbreviazioni fantasiose. Ultimo, ma non per importanza, è il problema delle notfiche che spesso sono duplicate e un po’ invasive. Non si tratta di difetti che compromettono l’usabilità, però ci vuole un po’ più di cura. Spero che risolvino, davvero!
Tanta sostanza
Tieni premuto sullo schermo per cambiare la watchface; swipe verso destra o sinistra per il contapassi e il monitoraggio del battito cardiaco; swipe verso il basso per i toggle rapidi (torcia, luminosità, non disturbare, risparmio energetico e blocco schermo; verso l’alto per le applicazioni. Quanto a queste ultime segnalo il controllo remoto della musica, un registro delle attività, sveglia (impostabile direttamente al polso), bussola con altimetro e sensore di pressione atmosferica e la possibiltà di personalizzare il tasto funzione (io l’ho impostato per vedere le ultime notifiche). Per quel che riguarda le attività monitorabili si va dalla corsa a piedi e in bicicletta fino al nuoto in piscina e al mare (il GTR è impermeabile fino a 5atm, ma non ci tengo a testarlo, sappiatelo).
Per quanto riguarda il GPS, il primo aggancio è un po’ lento (intorno al minuto) e presumo sia dovuto a una calibrazione iniziale dopo l’aggiornamento dell’A-GPS. Dal secondo in poi nel migliore dei casi avviene nel giro di 10-15 secondi in media e, almeno nel mio caso, pare davvero stabile. [Si sono presentati episodi di instabilità e lentezza dell’aggancio da parte di altri utenti anche con l’ultimo firmware.]
La batteria che non ti aspetti
La batteria dell’Amazfit GTR da 47mm, da 410 mAh, è praticamente eterna – non quanto il Bip -, tanto da farvi dimenticare di doverlo caricare. E’ stato piacevole dire addio all’ansia da caricabatterie di cui soffrivo ogni giorno e mezzo con il Ticwatch E2. Ovviamente tutto dipende dall’utilizzo che ne fate. Se dovete solo guardare l’ora e non attivate l’always-on display (che fa consumare molta batteria), potreste anche sfiorare il mese. Dopo una settimana ho raggiunto il 60% con accensione automatica con la rotazione del polso, molte notifiche giornaliere, monitoraggio del sonno e rilevamento del battito ogni 10-30 minuti e qualche aggancio del GPS. Se invece fate tanta attività fisica, posso stimare una settimana e poco più (non essendo molto sportivo, prendete questa considerazione con le pinze).
App Amazfit e Notify & Fitness
Come il Ticwatch E2 e, soprattutto, il Bip, anche il GTR ha bisogno dell’app per avere traccia delle attività. Si parla dell’app Amazfit, scaricabile gratuitamente scansionando il QR Code del libretto/orologio nella prima accensione oppure direttamente dagli Store di Google e Apple. E’ essenziale averla installata sullo smartphone perchè senza di essa non si possono apportare alcune modifiche importanti, specie per quanto riguarda le app da notificare, sveglie, appuntamenti e watchfaces. Quelle a disposizione sono tantissime, 3 sono personalizzabili con un’immagine a piacere presa dal telefono, altre si possono scaricare da app come Amazfitwatchfaces e GTR IT. Inoltre si possono consultare tutti i grafici storici di tutte le attività sincronizzate, dare un occhio alla loro traccia GPS e rendersi conto di quanto poco si dorme al giorno d’oggi.
Notify & Fitness for Amazfit è la sua controparte complessa e ultrasgrava. Presenta sì le stesse caratteristiche di Amazfit App ma con qualche marcia in più. Gestione delle notifiche avanzata, possibilità di aggiornare il firmware manualmente, installazione watchfaces facilitata, personalizzazione di entrambi i tasti laterali, traduzioni, cambio dei font e tantissima altra roba che non basta un articolo per elencarla. Fatto sta che, vista la mole esagerata di possiblità offerte da Notify & Fitness, ho preferito disinstallarla e rimanere con l’app Amazfit.
Concludendo, è come avere un Bip potenziato
Sottolineo quanto questo Amazfit GTR mi sia piaciuto e mi stia continuando a piacere. Purtroppo non c’è tutta la community che ruotava attorno allo storico Bip, ma nemmeno in questo caso non manca il supporto a firmware e app modificate per sistemare qualche piccolo bug qua e là. Un esempio è AeX, sviluppata da utenti russi, che risolve soprattutto il problema delle doppie notifiche e aggiunge il supporto alle emoji.
La sensazione è quella di avere un Amazfit Bip rotondo, elegante, resistente e soprattutto funzionante e funzionale. Tutto è immediato (al netto della poca fluidità delle animazioni) e reattivo, le chiamate vengono segnalate subito. Non si può rispondere alle notifiche, ma sarebbe stato proprio fisicamente impossible per le dimensioni del display
Prezzo di vendita dell’Amazfit GTR da 47mm su Amazon è intorno di 149€, (al momento della pubblicazione dell’articolo è scontato al minimo storico di 119€). In alternativa c’è la versione da 42mm, più piccolo, con autonomia praticamente dimezzata e stesse identiche funzioni, a 125€.
COSA VA… | …E COSA NON VA |
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– Display AMOLED ben risoluto e resistente – Materiali ottimi – Semplice e immediato come uno smartwatch dovrebbe essere – L’esatto opposto di Wear OS – Batteria notevole – Spesso e volentieri il GPS impiega poco tempo ad agganciarsi… | – Fluidità generale delle animazioni lontana dall’essere burrosa – Traduzione in italiano così pessima da far ridere (e non si può cambiare) – Notifiche doppie – Il cinturino in “pelle” non mi fa impazzire – …ma le prime volte dovreste aspettare un po’ |
Laureato in Scienze della Comunicazione, appassionato di musica elettronica e tecnologia.